Sono 49 su 116 i comuni altoatesini che hanno già un piano delle zone di pericolo in vigore, altri 32 sono nella fase conclusiva. L'operazione su scala provinciale è, dunque, a metà strada.
Garantire la massima sicurezza possibile dai rischi di frane o smottamenti nelle zone residenziali dei comuni dell'Alto Adige. Questo l'obiettivo dei piani delle zone di pericolo, che rappresentano una sorta di allegato ai piani urbanistici comunali con il compito di mappare il grado di pericolosità di una zona.
I piani delle zone di pericolo prevedono una suddivisione del territorio comunale in 4 aree, contraddistinte da diversi colori che rappresentano altrettanti diversi gradi di rischio. La zona grigia è considerata sicura, nella zona gialla il pericolo è limitato, nella zona blu sono necessarie delle misure di protezione, mentre nelle zone rosse il rischio è consistente. In quest'area è di fatto vietato abitare e lavorare e non possono essere realizzate neppure strutture per il tempo libero. Le opere più comuni per far fronte al rischio frane e smottamenti sono il rafforzamento degli argini per prevenire eventuali alluvioni, le barriere paravalanghe e le reti paramassi.
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